sentierando nel Ponente Ligure

Camminare è per sua forma esistere

08.02.2015 Anello Finalborgo-Caprazoppa-Borgio-Verezzi-Orera-Finalborgo

La partenza avviene da Finalborgo sulla S.P.27 nel tratto che dal Borgo si dirige verso il mare. Sulla destra si diparte una evidente sterrata spesso sbarrata da una catenella che inizia ad arrampicarsi verso il Capo di Caprazoppa. Superata una chiesetta il percorso continua a salire divenendo abbastanza con fondo pietroso ma sempre ben percorribile. Si giunge cosi ad un restringimento in cui si supera una tubazione e nuovamente si torna su ampia carrareccia. La salita alterna tratti piu’ semplici ad altri piu’ arcigni in un bel contesto panoramico e paesaggistico. Si giunge cosi’ in breve sulla sommita’; qui anziche’ seguire il percorso che svolterebbe a destra in direzione di Verezzi proseguiamo dritti superando un cancello ormai semidistrutto su cui è ben evidente una indicazione per Borgio. Il percorso comincia a scendere avendo sotto, quasi a precipizio, la grande cava delle Arene Candide e consentendo gia’ allo sguardo di spaziare sia verso occidente che verso il capo di Punta Crena a Varigotti. Il sentiero si restringe ed attraversando una bella macchia mediterranea scende verso l’abitato di Borgio. Superiamo una deviazione a sinistra che scenderebbe alle Grotta delle Arene Candide(chiusa) e dopo aver passato un piccolo cancelletto giungiamo in fondovalle. Tralasciamo la prima deviazione a destra che cmq salirebbe verso la Chiesa di San Martino ed imbocchiamo invece la seconda che su bel sentiero comincia a salire da subito in maniera sensibile.Si giunge cosi’ ad un evidente(e segnalato) bivio in cui si svolta a destra e su bellissimo sentiero a tratti impegnativo ed a tratti quasi in falsopiano si giunge davanti alla spianata dell’ex campo sportivo di Verezzi. Qui anziche’ proseguire dritti entrando nell’ampio spiazzo, svoltiamo a destra su evidente sentiero. Ne percorriamo circa 400 metri e poi imbocchiamo sulla sinistra una deviazione(vedi tracce allegate) che si inoltra sul pianoro della Caprazoppa in direzione del ripetitore di color verde che sovrasta l’abitato di Finalborgo. In questo tratto il sentiero è davvero gradevole e dopo un breve tratto in salita giungiamo nelle vicinanze di una recinzione metallica che ci avverte della presenza del ripetitore. Una visita è d’obbligo perche’ il panorama che l’accompagna è davvero mozzafiato spaziando dal Monte Carmo al Melogno alla Rocca di Perti al sottostante e (miniaturizzato data la distanza) abitato di Finalborgo sino al mare ed in lontananza al Massiccio del Beigua. Ripreso il sentierino dopo poco ci congiungiamo con il sentiero che da Finalborgo sale molto ripidamente a Verezzi partendo anch’esso da dove siamo partiti noi. Svoltiamo a sinistra percorriamo circa 500 metri e poi svoltiamo nuovamente a destra in direzione delle rocce dell’Orera. In pratica andremo a percorrere un sentiero che giungera’ all’abitato di Bracciale stando sempre sul lato della Val Pora. Il sentiero è davvero entusiasmante con ottimo fondo e percorribilita’ e tralasciato alfine un bivio a sinistra che risalirebbe sull’altro versante, continuiamo sulla destra sul bel sentiero che nell’ultima parte diviene cementato mostrando come fosse sicuramente molto utilizzato in passato. Giungiamo cosi’ all’abitato di Bracciale che attraversiamo piacevolmente sbucando poi sulla strada asfaltata che da Gorra sale verso Verezzi. Ne percorriamo solo circa 200 metri poi al termine di una ripida discesa, proprio davanti alla cappelletta di Santa Rosalia, svoltiamo a destra in direzione Val Gelata ma quasi subito prendiamo a destra verso la fontana degli alpini. Qui inizia il sentiero che anticamente era nominato come Via del Cerro ed ora, in onore degli alpini che l’hanno restaurato, sentiero degli alpini. E’ in pratica l’antica strada che prima che fosse costruita la S.P. 27 del Melogno collegava Gorra con Finalborgo. La discesa è molto bella con solo un breve tratto piu’ ripido e poi invece degradante piacevolmente verso il mare. Superiamo sulla sinistra una deviazione verso la Torretta dell’Enel che comunque scenderebbe sulla provinciale, e proseguendo dritti giungiamo all’ultimo tratto. Purtroppo le abbondanti pioggie dello scorso autunno hanno un po’ rovinato il percorso per cui si richiede un minimo di attenzione. Nulla di drammatico pero’ merita di non essere sottovalutato. Infine raggiungiamo l’ampia rotonda di recente costruzione nelle vicinanze di Finalborgo a qualche centinaio di metri dal punto della partenza.

Lunghezza: circa 10,5 km sempre su buon fondo e con un dislivello complessivo di circa 700 metri. Alla portata di tutti.

Giudizio: zona ormai molto conosciuta ma “assemblata” nel modo che vi presento offre ancora qualcosa di segreto e di meno noto. Gli scorci paesaggistici e panoramici sono entusiasmanti e nel periodo primaverile anche quelli botanici sono bellissimi.

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01.02.2015 Anello Bric Colombino Monte Mao Spotorno e ritorno

La partenza avviene da una evidente deviazione sulla destra salendo sulla strada prima asfaltata e poi sterrata che da Vezzi conduce alle Rocche Bianche. Infatti dopo circa due km dall’inizio, in concomitanza con uno slargo, sulla destra si mostra una deviazione ben evidente. Da qui si imbocca una carrareccia abbastanza sconnessa ed inizialmente in discesa, si tralascia una prima deviazione a sinistra che scenderebbe verso Cunio e la valle di Segno e si prosegue sino a giungere ad un evidente trivio in cui prendiamo la strada centrale. Si tratta della via diretta per il Bric Colombino. Il primo tratto estremamente ripido ci conduce gia’ abbastanza in quota e comincia a farci apprezzare un paesaggio di sconfinata bellezza. La vista spazia a 360° verso il golfo di Vado/Savona ed il Levante Ligure poi verso ponente sino all’isola Gallinara, ancora verso il Melogno e poi verso il massiccio del Beigua. La vegetazione costituita in gran parte da cisto e timo ci ricorda che una nuova visita nei primi giorni di maggio sara’ necessaria per godere dei colori e dei profumi di questa natura. La carrareccia continua alternando ripide discese ad altrettanto ripide salite via via sempre meno lunghe sino a giungere ad un bivio: se andassimo a sinistra giungeremmo comunque ai ripetitori attraversando il bosco, preferiamo pero’ proseguire dritti continuando a percorrere il crinale sempre sull’incantevole paesaggio sottostante. Giunti alle grandi antenne dei ripetitori, dopo una breve pausa contemplativa, iniziamo una veloce discesa che termina sulla sottostante strada proveniente da Tosse e che percorreremo al ritorno. Svoltando a sinistra ci dirigiamo verso il Monte Mao dopo aver superato una cascina agricola con allevamento di bestiame in localita’ Trevo. Tralasciamo tutte le deviazioni sia a dx che a sinistra e dopo un’ultima breve rampa in cemento giungiamo alla base del sentiero che, sulla destra , si inerpica verso il Monte Mao. Il sentierino si allarga poi un po’ passando attraverso una zona di addestramento cani e poi con una ultima rampa giunge sulla sommita’ del monte. Qui è presente un cippo in cemento con una targa e la vista è davvero magnifica. L’isola di Bergeggi ed il golfo di Noli offrono un colpo d’occhio che da solo vale la fatica fatta sino ad ora! Dalla sommita’ del monte iniziamo a scendere dall’evidente sentiero posto davanti al cippo; arrivati ad un primo bivio svoltiamo a sinistra(vedi tracce allegate)(cmq anche l’altra deviazione sarebbe ok) e cominciamo a scendere in maniera quasi verticale sino a giungere su una evidente carrareccia che altro non è che la strada romana che si dirige verso la Gola di S.Elena. Svoltiamo a destra e costeggiando la sottostante via Aurelia tra un paesaggio di pini e di mare arriviamo ad uno slargo dove incontriamo l’altro sentiero citato in precedenza che scende dal Monte Mao. Questa volta lo imbocchiamo in salita e dopo breve percorso svoltiamo a sinistra e con bel sentiero soleggiato andiamo a sbucare su una evidente strada che da Spotorno risale verso i ripetitori. Il fondo dapprima in cemento diventa poi sterrato con pendenze davvero impegnative. Finalmente recuperiamo quota e sbuchiamo nuovamente sulla strada gia’ percorsa all’andata. Svoltiamo a sinistra e dopo aver ripercorso un tratto dell’andata giungiamo sotto i ripetitori. Questa volta proseguiamo dritti sulla strada inizialmente sterrata e poi asfaltata che si dirige verso Tosse. Ne percorriamo un lungo tratto e poi quasi in fondo dove inizierebbe la ripida discesa, in coincidenza con una stretta curva a destra svoltiamo a destra quasi ad angolo acuto proprio davanti ad un cancello che chiude il passaggio ai mezzi. Superato l’ostacolo senza problemi , saliamo un breve tratto asfaltato sino ad uno slargo dove prendendo a sinistra inizia un sentiero sterrato che con salita impegnativa si inoltra nel bosco. Con un ultimo sforzo giungiamo al trivio gia’ descritto all’inizio e ripercorrendo a ritroso la strada dell’andata giungiamo alla macchina.

Lunghezza: circa 16 km con un dislivello totale di cira 1100 metri. Il percorso è decisamente impegnativo ed adatto a soggetti che abbiano almeno un po’ di allenamento. Coloro che volessero qualcosa di piu’ soft possono dal Monte Mao tornare indietro evitando la discesa su Spotorno.

Giudizio: percorso di incomparabile bellezza sia per i paesaggi sia per la natura(noi lo abbiamo percorso in febbraio ma a maggio mostra tutto il suo splendore). Cisto e timo la fanno da padroni.

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30.01.2015 Anello Feglino-Strada Margherita-Feglino

La partenza avviene da Feglino dall’incrocio da cui si diparte la Provinciale 27 per Pian dei Corsi oppure la via (San Rocco) che entra nell’abitato. Imbocchiamo quest’ultima e procediamo su asfalto per circa 300 metri e poi prendiamo sulla sinistra una evidente deviazione su ciottolato che dopo essere passata davanti ad una segheria andra’ ad immettersi nuovamente su un tratto asfaltato. Si tratta di Via Caviglia che si inoltra nella valle divenendo poi sterrata. Superato un bel ponte in pietra(ponte del passo) la strada sterrata comincia a salire in maniera piu’ sensibile sino a giungere ad un bivio in cui svolteremo a sinistra cominciando a salire su buona pendenza. Tralasciamo tutte le deviazioni sia a destra che a sinistra e continuiamo a salire(le deviazioni sulla destra si dirigono verso cascina Bario). Arrivati bene in quota tralasciamo un’ultima deviazione a destra e proseguiamo dritti. La strada ben presto si restringe e diviene un bel sentiero che si dirige verso il fondo della valle. Si supera una piccola frana con un minimo tratto esposto e finalmente si comincia a percorrere il lato superiore della valle. Si supera una prima costruzione di pietra(ca’ da ratta) e poi una seconda dove il sentiero diviene appena meno evidente ma sempre individuabile. Con un ultimo tratto in salita andiamo ad incontrare un’ampia carrareccia. Si tratta della Via Beretta o strada Margherita che da Finalborgo giungeva sino a Milano valicando l’Appennino. Se la seguissimo verso destra giungeremmo nei pressi di San Giacomo, invece prendiamo a sinistra ed iniziamo dapprima a scendere e poi ad alternare tratti in falsopiano con tratti in discesa. Questa zona viene indicata come Frasche(forse Frasce? ) e continuando a scendere passiamo davanti ad un’ampia zona picnic nelle vicinanze di una lapide a ricordo di un eccidio di partigiani. Proseguiamo sempre su ampia strada approfittando di una fonte sulla strada e scendendo su lievi pendenze. Tralasciamo piccole deviazioni sulla sinistra sino a giungere invece ad una evidente deviazione a sinistra. Se andassimo dritti andremmo a sbucare da li a breve sulla SP 27 citata in precedenza. Invece scendendo a sinistra come detto, in pratica evitiamo l’asfalto e giungiamo nella zona denominata Pian Merlino. Da qui senza neanche toccare l’asfalto iniziano due bei sentieri in discesa ben noti agli amanti della mtb che scendono nei pressi della segheria citata ad inizio del resoconto. Imbocchiamo il primo e dopo un bel tratto di discesa giungiamo a fondo valle incontrando nuovamente la strada gia’ percorsa all’andata.
Come faccio sovente suggerisco a chi volesse percorrere l’anello di utilizzare uno smartphone android con un app per visualizzare le tracce utilizzando quelle che metto a disposizione qui sotto.

Lunghezza: circa 14,6 km con un dislivello totale di circa 700 metri sempre su carrareccie o sentieri ben percorribili.

Giudizio: percorso molto boschivo con alcuni begli scorci panoramici ed interessanti reperti etnico/storici.

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25.01.2015 Anello Varigotti Noli

La fitta rete di sentieri che percorre la dorsale tra Varigotti, Noli e Le Manie si presta per mettere insieme una escursione, che pur visitando luoghi che ci sono ormai noti , conservi comunque qualche variazione sul tema e quindi la possibilita’ di percorrere almeno qualche tratto di nuovi sentieri. La partenza avviene dal sentiero che inizia dalla vecchia strada che una volta aggirava Punta Crena prima che fosse costruita la galleria sulla via Aurelia. Dopo un breve tratto, e superata la deviazione per la chiesa di San Lorenzo, si svolta a sinistra e ci si porta verso l’interno. L’utilizzo della traccia che allego in fondo all’articolo rendera’ questa mio rendiconto molto piu’ semplice.(Ricordo sempre che l’uso di uno smartphone Android con una applicazione del tipo Oruxmaps rende facile e divertente qualunque tipo di percorso anche caratterizzato da numerosi bivi o deviazioni). Si risale quindi utilizzando quello che i bikers chiamano “DH Donne”, ampio sentiero che attraversa un paesaggio di straordinaria bellezza. Il rosmarino tutto in fiore ci fa compagnia. Giungiamo quasi a congiungerci con la rotabile sterrata che da Le Manie si dirige verso il “semaforo” di Capo Noli ma poche decine di metri prima svoltiamo a destra e cominciamo a percorrere un bellissimo sentiero traversale utilizzato come percorso per la 24h di mtb. In pratica fino al “Semaforo” di Capo Noli ricalcheremo il percorso della 24h passando di fianco alla Torre delle Streghe che lasceremo alla nostra destra e giungendo infine davanti alla stazione meteorologica di Capo Noli. Da qui proseguendo e passando davanti alla struttura cominciamo a scendere verso Noli su comodo sentiero. La vista sul Golfo di Noli e sul Levante Ligure è magnifica e la giornata di sole pieno rende tutto ancora piu’ vivido. Tralasciamo alla nostra destra la deviazione per la Grotta dei Briganti raggiungibile in pochissimi minuti e continuiamo a scendere prendendo ad un certo punto a sinistra(vedi traccia). Passiamo davanti ai resti del Lazzaretto e dopo aver tralasciato una prima deviazione a sinistra imbocchiamo la seconda ed iniziamo a salire sul sentiero denominato n. 5 della rete sentieristica di Noli. La salita si fa impegnativa con tratti decisamente irti seguiti da brevi falsopiani, Quasi in cima tralasciamo sulla destra la deviazione per la Chiesa di San Michele e con un ultimo tratto quasi rettilieo scolliniamo ritornando sulla rotabile Manie – Semoforo. Svoltiamo a destra e dopo un breve tratto giungiamo ad uno slargo ed imbocchiamo il sentiero a sinistra. Dopo un breve tratto interlocutorio imbocchiamo a sinistra un sentiero ben evidente che in pratica percorrera’ a monte tutta la piccola valle di Isasco. Qui il paesaggio è costituito da pini giovani che riemergono dai segni di incendio di alcuni anni fa. Il percorso facile e quasi in piano termina poi con un ultimo tratto in discesa andando a congiungersi alla strada asfaltata cha da Isasco scende a Varigotti. Ne percorriamo un tratto e poi a sinistra imbocchiamo un sentiero in discesa che, passato davanti ad una nicchia con una Madonnina inizia a scendere in modo piu’ sensibile. Superata una piccola frana assolutamente percorribile.con un ultimo tratto ripido usciamo nuovamente sulla strada asfaltata di partenza.

p.s. come gia’ accennato nel resoconto non mi dilungo sulla segnaletica dei sentieri perche’ l’uso della traccia mediante smartphone rende tutto molto semplice.

Lunghezza: circa 12 km con buon dislivello ma alla portata di tutti.

Giudizio: panorami e paesaggi strepitosi che non abbisognano di parole ma solo di essere visti.

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Anello Cunio – Rocca dei Corvi (da Vezzi)

Il punto di partenza effettivo del giro è raggiungibile in macchina prendendo la carrareccia sterrata ma in ottime condizioni che parte di fronte al Comune di Vezzi con direzione Rocche bianche. Terminato il tratto iniziale asfaltato la strada, come detto, diviene sterrata ma sempre perfettamente percorribile. Lasciata una deviazione a sinistra che scenderebbe sempre a Vezzi, si prosegue ancora per circa 800 metri sino a terminare il tratto in salita e giungere ad uno slargo dove si puo’ parcheggiare e da dove a destra parte una sterrata ben evidente. E’ la sterrata che se percorsa interamente attraversa il Bric Colombino dirigendosi verso il Monte Mao. La imbocchiamo ed iniziamo a scendere su percorso leggermente accidentato ma agevole. Incontriamo ben presto una deviazione a sinistra che prendiamo. La discesa continua su fondo comodo e privo di grandi problemi. Al termine di questa parte in discesa la strada si restringe divenendo un sentiero splendido che con andamento in falsopiano di dirige sempre piu’ all’interno della valle. Si supera una piccola frana con un breve passaggio a monte e sempre molto agevolmente si giunge alle case di Contrada(restaurate da poco e dal gradevolissimo aspetto) e quindi sulla strada asfaltata che salendo da Segno si dirige verso Ca’ dei Gatti e Rocche Bianche. La si imbocca in salita, si tralascia sulla destra l’ampia carrareccia che si dirige verso il mare ed invece si imbocca la successiva deviazione a destra che inizia a salire in maniera abbastanza decisa. Dopo circa 30’ termina la salita incrociando un’ampia sterrata che si imbocca a destra. Dopo breve tratto, si individua una ulteriore carrareccia che si stacca sulla sinistra e che si inoltra nel bosco (diversi segnavia). Si segue quest’ultima e dopo circa 100 m, si individua sulla sinistra la via diretta di salita alla Rocca (attenzione: alcune roccette da superare-per escursionisti esperti). Si prosegue invece oltre, seguendo sempre l’andamento principale della carrareccia e ignorando ogni deviazione sulla destra e dopo circa 30′ di cammino, affrontando alcune salitelle ripide, si raggiunge la dorsale e successivamente la sommità della Rocca dei Corvi.
Dalla vetta si raggiunge la vicina dorsale e la si percorre a sinistra, in senso contrario a quello dell’andata, sino al suo termine (Cima Sud della Rocca dei Corvi).
Da qui, ignorando alcuni segnavia tracciati sugli alberi (2 quadrati rossi vuoti), che indicano un problematico itinerario nel bosco (oltretutto con segnavia poco evidenti e scarsi) si devia invece a destra, su di una sterrata malridotta dal transito dei fuoristrada che, con ripida discesa porta in breve ad un bivio. Qui si curva decisamente a sinistra (nessun segnavia), e, ad un successivo bivio, si prosegue diritti, lasciando la via principale. Si effettua un lungo percorso in falsopiano nel bosco, sinchè, dopo alcune svolte ci si innesta su un’altra sterrata. Si segue quest’ultima sulla destra, in discesa, sinchè sfocia sull’asfalto della strada proveniente da Cunio e diretta alle Rocche Bianche. Si attraversa quest’ultima e ci si inoltra in una evidente stradina nel bosco (segnavia “due quadrati vuoti rossi” e “TA”), che dopo aver percorso una panoramica dorsale, effettua una ripida discesa sino a congiungersi con l’ampia strada che conduce a Vezzi. Siamo quindi tornati al punto di partenza.

Lunghezza: circa 11,6 km con qualche tratto piu’ impegnativo ma dal complessivo dislivello piu’ che abbordabile.

Giudizio: percorso panoramico e privo di particolari difficolta’. Gli scenari paesaggistici sono davvero suggestivi e l’anello si dimostra una ottima scelta.

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06.06.2014 Anello del Bric Colombino

Il Bric Colombino, come sanno bene gli amanti della mtb, è una dorsale collinare che divide la Valle di Vado dalla fascia costiera da Spotorno a Bergeggi. Per chi percorre l’Aurelia provenendo da Noli in direzione di Savona risulta facile individuarlo alzando lo sguardo sulla sinistra e focalizzandosi sui ripetitori(chiamati in gergo “tabelloni”) ben evidenti sul tratto finale. Per giungere al punto di partenza si risale l’ampia carrareccia, inizialmente asfaltata, che proprio di fronte al Comune di Vezzi Portio si inerpica piuttosto arcigna in direzione delle Rocche Bianche. Dopo circa un paio di chilometri e tralasciata sulla sinistra un’ampia deviazione si giunge ad un nuovo bivio proprio in corrispondenza del termine del tratto impegnativo. Qui è possibile parcheggiare lungo i bordi della sede stradale. Imbocchiamo quindi sulla destra una bella sterrata che dopo un primo tratto in piano comincia a scendere anche in modo risoluto sempre con un discreto fondo. Arriviamo ad un primo bivio in cui tralasciamo a sinistra la strada che scende verso Cunio e proseguiamo sempre nel fitto del bosco con tratti altalenanti. Questo sara’ il tratto comune anche al percorso di ritorno. Arriviamo ad un evidente trivio. La prima deviazione a sinistra sara’ il percorso di ritorno. La deviazione piu’ a destra viene tralasciata ed imbocchiamo con decisione la carrareccia mediana. In pratica l’anello della escursione è costituito in realta’ da una struttura ad otto ben evidente dalla mappa che trovate al fondo dell’articolo. Il nostro percorso comincia ad arrampicarsi sensibilmente sempre correndo sul crinale in un contesto paesaggistico e botanico splendido. La fioritura di cisto e timo rende la macchia estremamente affascinante ed il profumo è intensissimo. Si continua cosi con saliscendi a volte piu’ impegnativi a volte meno sino a giungere ad un nuovo bivio(saremmo al punto centrale del percorso a 8 di cui vi ho detto). Se andassimo a sinistra giungeremmo ugualmente ai ripetitori pero’ passando lungo un tratto boschivo che aggetta sulla valle di Vado(e che sara’ il percorso di ritorno) , invece proseguiamo dritti cominciando a percorrere il tratto piu’ panoramico. Infatti qui lo sguardo si apre sul mare, a destra sul Golfo di Noli e Spotorno, davanti verso Vado Savona e Genova ed a sinistra verso la valle di Vado e gli abitati di Segno e Cunio con la soprastante Rocca dei Corvi anch’essa meritevole di una visita. In questo tratto il percorso è quasi in piano e sempre su fondo decisamente ottimo e giungiamo in vista delle antenne. Da qui si gode di un panorama a 360 gradi verso il mare e l’antistante Monte Mao caratterizzato anch’esso da una flora autoctona molto interessante(cardo pallottola). Dopo una breve pausa riprendiamo la via del ritorno scendendo a sinistra ed andando a completare il primo anello dell’8. Il percorso, tutto decisamente all’ombra, risulta molto fresco anche nel periodo estivo. Ritroviamo il bivio precedente e questa volta prendiamo a destra continuando a camminare sempre nel bosco al fresco. Giunti all’iniziale trivio ripercorriamo il tratto comune sino a giungere ai mezzi cha avevamo lasciato lungo la strada.

Lunghezza: circa 9 km con solo un breve tratto impegnativo e con un dislivello del tutto agevole.

Giudizio: percorso breve e facile ma ad alto tasso paesaggistico e panoramico. La facilita’ di accesso lo rende praticabile e gradevole in qualunque periodo dell’anno. Il periodo migliore per la fioritura del cisto e del timo è a maggio ma comunque vale la pena in qualunque stagione. In piena estate evitare le ore centrali.

File kmz: https://app.box.com/s/i9mu2cvraaf6p7ouydwa

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Golfo di Vado/Savona

Castello di Noli e "Semaforo" Capo Noli

Castello di Noli e “Semaforo” Capo Noli

verso Ponente

verso Ponente

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Golfo di Vado/Savona

Golfo di Vado/Savona

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14.03.2014 Anello Finalborgo Valle Utra Via del Purchin Finalborgo

In questo blog trovate gia’(qui) il resoconto di un anello che ripercorre in parte il tracciato con la differenza sostanziale che il precedente arrivava alla sommita’ della Rocca di Perti mentre con questo anello in pratica si costeggia la Rocca alla sua base. La partenza è dalla Piazza del Tribunale a Finalborgo. Imbocchiamo in salita via Beretta col suo bel tratto iniziale a fondo mattonato cui segue ancora lo spendido ciottolato pietroso di seicentesca costruzione. Raggiungiamo e superiamo Castel San Giovanni e passiamo a breve distanza dal Castel Govone, recentemente restaurato e di cui una visita è assolutamente da effettuare. Il tratto in pietra della salita termina poco prima di giungere a Perti alto davanti alla chiesa di Sant’Eusebio. Da qui prendiamo la carrareccia asfaltata che si inoltra nella Valle Utra, superiamo sulla destra la bella Chiesa dei 5 Campanili a cui torneremo nuovamente sulla via del ritorno, e proseguiamo con percorso inizialmente in discesa e poi in falsopiano. In questo tratto troviamo lungo il bordo destro della strada estese colonie di pervinca fiorite come non mai grazie alle abbondantissime pioggie invernali. Arrivati alle case Valle lasciamo alla nostra destra la deviazione per il Castrum Perticae e la Chiesa di Sant’Antonino(gia’ oggetto di precedente escursione che trovate qui) e proseguiamo ancora sull’asfalto per circa 400 metri sino ad intravedere, in un tratto in salita, una deviazione sulla destra che all’apparenza sembra piu’ un rio. Imbocchiamo il sentiero che sulla parte destra presenta un tratto percorribile parallelo al corso d’acqua e cominciamo a salire. In pratica percorreremo la Valle Utra sul suo lato destro sino a giungere all’abitato di Montesordo. Superiamo una bella cascina e con percorso a tratti ripido a tratti quasi in piano giungiamo ad un evidente trivio. Se si proseguisse dritti si sbucherebbe nel prato di Pianmarino, a dx ci si inerpicherebbe lungo la montagna per arrivare in breve alla grotta della Pollera, invece svoltiamo a sinistra attraversando lo stretto corso d’acqua ed in breve giungiamo su di una carrareccia anch’essa destinata(andando a destra) a giungere a Pianmarino. Prendiamo a sinistra e passiamo a fianco della cappella di San Carlo e scendendo in breve giungiamo ai Cianassi. Qui è l’ampio spiazzo usato dagli scalatori come parcheggio.Prendiamo a destra una evidente mulattiera in pietra che scende decisa, tralasciamo due successive deviazioni a destra che si dirigerebbero verso Campogrande e proseguiamo dritti. Il sentiero si fa qui davvero piacevole e la vista è allietata dalla presenza di estese fioriture di erba fegatella o anemone epatica. Dopo circa 6/800 metri il sentiero, che ha corso parallelamente all’autostrada, si congiunge con una strada ancora in parte asfaltata. E’ la strada che salendo da Localita’ Chiazzari veniva utilizzata dai mezzi pesanti per giungere alla cava e caricare le lastre di pietra. La imbocchiamo a sinistra e cominciamo a salire abbastanza sensibilmente. Sulla nostra sinistra la Rocca di Perti si erge maestosa ma tutto sommato rassicurante. Il paesaggio molto aspro viene spesso ingentilito da copiose fioriture di ginestra spinosa e gigli di vario tipo. Continuiamo a salire percorrendo in pratica la base della rocca in direzione mare. Dopo due ultime curve a gomito giungiamo all’ampio spiazzo della cava dove incontriamo il sentiero del Purchin. Svoltando a sinistra saliremmo sulla sommita’ della Rocca, invece prendiamo a destra il Purchin col suo segnavia bianco e rosso e scendendo nel primo tratto piuttosto decisamente ci dirigiamo verso Perti. Il bellissimo sentiero diviene quindi quasi pianeggiante e dopo essere passato alla spalle della Chiesa di Sant’Eusebio sbuca nella piazzetta davanti alla chiesa. Presenza di una fontanella. A questo punto svoltando a destra ripercorreremmo la strada dell’andata, invece prendiamo a sinistra e rifacciamo un breve tratto del percorso dell’andata. Giunti in corrispondenza della chiesa dei 5 campanili imbocchiamo il sentiero che scende decisamente sulla destra. Trattasi sempre della Via del Purchin, che lasciato sulla sinistra un agriturismo, si getta con bel ciottolato verso la sottostante Borgata Bolla. Qui prendiamo a destra e con bel sentiero pietroso giungiamo ad un archivolto in Borgata Sottoripa. A sinistra raggiungeremmo il ponte sul torrente Aquila, invece andiamo a destra e percorriamo un bel sentiero che tra vigne e coltivazioni ci conduce a Porta Romana e quindi all’ingresso in Finalborgo ed al punto di partenza.

Lunghezza: circa 8.5 km con scarso dislivello.

Giudizio: percorso estrememente gradevole e facile. Buona escursione con validi spunti di paesaggio e storici.

Traccia google earth : https://app.box.com/s/i0znhuxa0xukh14ukafh

percorso14marzopercorsoatim14marzo

ginestra spinosa

ginestra spinosa

inizio via Beretta

inizio via Beretta

via Beretta

via Beretta

erba fegatella

erba fegatella

Chiesa 5 Campanili

Chiesa 5 Campanili

finalborgo da castel san giovanni

finalborgo da castel san giovanni

pervinca

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07.12.2013 Costa – San Giacomo e ritorno (con varianti)

Il percorso, ben noto ai frequentatori del Finalese, è un classico dell’escursionismo della zona e per renderlo un po’ “diverso” inseriremo nella traccia alcune varianti che possano renderlo piu’ interessante. La partenza avviene dalla frazione del Comune di Orco Feglino chiamata Costa. E’ raggiungibile sia da Feglino(uscita autostrada) che dalla provinciale che da Finalborgo sale verso Orco. Lasciata la macchina negli ampi spazi antistanti l’ingresso nell’abitato imbocchiamo l’ampia carrareccia nei pressi della Grande Quercia sede di una nota sagra di inizio estate. Il fondo è ottimo e la giornata, complice un fenomeno di inversione termica, si presenta gia’ tiepida alle 8.30 del mattino. Bello gia’ da qui il panorama che spazia sul Finalese, sul Carmo e verso il Melogno. Dopo un breve tratto asfaltato la strada diviene sterrata e poco prima di giungere al quadrivio segnalato anche nella traccia allegata, imbocchiamo a sinistra una evidente deviazione. La carrareccia è ben evidente ed inizia ad inoltrarsi con andamento in falsopiano. Percorso un breve tratto prendiamo a destra un evidente sentiero che in salita percorre un breve tratto per poi tornare piu’ o meno altalenante. In sostanza giungeremo, dopo altre due deviazioni, a Cascina Stra’ arrivandovi per cosi’ dire da sotto. Quindi tenendo sempre la destra alle citate deviazioni torneremo sull’ampia carrareccia da cui siamo partiti. Da qui inizia un tratto sostanzialmente in falsopiano con bella vista sulla vallata di Vezzi verso il mare e sulla conca sottostante San Giacomo a sinistra. Giunti in fondo ad un rettilineo la strada comincia a salire ora decisamente passando davanti alla Cascina PraMartino. Subito dopo questa costruzione la strada giunge ad una curva a gomito in corrispondenza della quale sulla sinistra si diparte una evidente mulattiera che imboccheremo mentre abbandoneremo la carrareccia che invece percorreremo al ritorno. La strada di recente allargata inizia a salire e dopo breve una deviazione a destra segnalata come Terre Alte indica un sentiero piu’ stretto che con salita decisa si inoltra nel bosco. Il percorso in questo tratto è decisamente impegnativo rallegrato se non altro dalla presenza di bei crocus(ricordo che siamo al 7 di dicembre!!!!). Con un ultimo strappo arriviamo ad un pianoro immediatamente sottostante l’antica chiesetta di San Giacomo ora trasformata in rifugio. Qui effettuiamo una breve sosta per bere e riprendiamo il giro dirigendoci verso il quadrivio di San Giacomo. Qui giunti svoltiamo a destra ed imboccando l’ampia carrareccia riprendiamo la via del ritorno. Ora seguiremo l’ampia strada sino a giungere al punto di partenza reincontrando in due occasioni i precedenti bivi. Il percorso con buon fondo non presenta particolari difficolta’ ed offre a tratti ampie viste sul ponente ligure e sul massiccio del Carmo. Ritroviamo infine il tratto iniziale in asfalto e quindi l’auto lasciata nel parcheggio.

Lunghezza: circa 14 km con un dislivello di circa 550 m. Il percorso ha solo un tratto impegnativo prima di giungere alla chiesetta/rifugio.

 Giudizio: percorso facile e comodo da raggiungere. Buoni gli spunti panoramici e botanici.

 traccia Google Earth: https://app.box.com/s/43dpr0aak9vgr533gh0i

percorso costa s,giacomocosta s.giacomo altim.

San Giacomo

San Giacomo

panorama

panorama

panorama

panorama

Vezzi

Vezzi

Gallinara e Ponente

Gallinara e Ponente

Crocus

Crocus

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01.11.2013 Sulle alture di Varigotti

Non potendo mettere in cantiere un giro piu’ impegnativo e che avrebbe richiesto una maggiore quantita’ di tempo decidiamo di effettuare un giro di media lunghezza sulle alture di Varigotti. Il comprensorio ci è ben noto ma non tutti i sentieri sono stati da noi percorsi. L’anello messo insieme è un divertente su e giu’ che utilizza anche sentieri percorsi dai bikers e che attraversano paesaggi di straordinaria bellezza. In macchina ci dirigiamo a Varigotti ed a circa meta’ della lunga passeggiata a mare svoltiamo verso lato monte sulla strada asfaltata che sale verso Isasco e poi Le Manie. Dopo circa 800 metri in corrispondenza di un lungo rettilineo parcheggiamo l’auto ed iniziamo a salire imboccando un sentiero che si diparte proprio dalla strada asfaltata e segnalato da due rombi rossi pieni. Il sentiero è davvero gradevole con buon fondo ed apre subito la vista sul mare e sul sottostante abitato di Varigotti. Il sentiero termina nelle vicinanze della strada asfaltata che percorre l’altopiano delle Manie in corrispondenza del campeggio “La Foresta”. Si aggira il campeggio percorrendo anche un breve tratto del percorso della 24h di mtb e si riprende a scendere su sentiero segnalato con due quadrati rossi pieni. Il panorama è davvero affascinante e la strana luce di una giornata ne’ serena ne’ nuvolosa rende il tutto ancora piu’ magico. Il sentiero in questione termina nuovamente sulla strada asfaltata che da Varigotti sale verso Isasco. Quindi, svoltando a sinistra saliamo lungo l’asfalto e giunti quasi alla sommita’ della salita prendiamo sulla destra un evidente sentiero segnalato con un cerchio rosso vuoto con pallino centrale. Percoriamo un breve tratto in ripida salita e poi il sentiero diventa quasi un falsopiano che attraversa la macchia mediterranea correndo parallelo alla conca di Isasco. Qui ricchezza di corbezzoli e di pini che dopo gli incendi di qualche anno fa cominciano a riformare un bosco di conifere quasi ad altezza d’uomo. Incontriamo vari bivi in cui manteniamo sempre la direzione verso destra. Ora riprendiamo a scendere  ed il paesaggio nella sua asprezza è veramente accattivante. Giungiamo ad un evidente quadrivio in cui se andassimo a sinistra ci dirigeremmo verso la Torre delle Streghe e poi il “Semaforo” di Capo Noli mentre gli altri due sentieri che cominciano a scendere altri non sono che i due percorsi ben noti agli amanti della mtb e denominati Dh donne(due croci rosse) e Dh uomini. Imbocchiamo il primo sulla destra e quindi il dh donne cominciando a scendere su ampia pista sempre davanti ad un panorama mozzafiato che spazia verso il Ponente ligure. Giungiamo ad un incrocio ben evidente in cui svoltiamo a sinistra imboccando quindi il Dh uomini che con ripida salita ci riportera’ al quadrivio citato in precedenza. La conformazione del territorio, la luce di quest’autunno cosi’ anomalo ed il mare cosi’ colpito da raggi filtrati di sole,  rendono davvero unico il momento. Tornati al quadrivio riscendiamo nuovamente per il doppio x rosso ma questa volta a circa meta’ della discesa imbocchiamo un sentiero sulla destra che attraversando tutta una costa selvaggia tornera’ a sbucare nuovamente sulla strada di Isasco da dove con un ultimo tratto in discesa facciamo ritorno alla macchina. La descrizione è piuttosto succinta ma credo che il suggerimento migliore sia quello di utilizzare la traccia che vi allego. In effetti il giro unisce sentieri della zona per costruire un anello che riconduca al punto di partenza.

Lunghezza: sono circa 10 km con non eccessivo dislivello. I sentieri sono quasi tutti ben segnati ed il fondo è ottimo. Volendo si possono percorrere anche in altro modo utilizzando una mappa e la propria fantasia. L’anello che propongo è solo una delle possibilita’.

 

Giudizio: percorso facile in un comprensorio di rara bellezza. La comodita’ di approccio stradale e la vicinanza del mare lo rendono una piacevolissima alternativa a giri piu’ distanti ed impegnativi.

Traccia Google Earth : https://app.box.com/s/crp49tw99go22iunu39a

percorso 01.11.2013corbezzologallinara e ponenteisascolucepanorama verso ponenteponenteporto finale e ponentepinovarigottivarigotti - il molo

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12.10.2013 Anello Monte Rama Monte Argentea da Lerca

 

Il Massiccio del Beigua comprende molte vette,  le principali si allineano sullo spartiacque o nelle immediate vicinanze : Monte Beigua 1287m, Monte Rama 1148m, Monte Argentea 1082m, Monte Reixa 1183m, Bric del Dente 1107m.

Tra le altre vette vanno ricordate: Monte Tardia 927m, Monte Sciguello 1102m, Monte Ermetta 1267, Bric Damè 1192, Monte Avzè 1022, Rocca della Marasca 948m. La partenza avviene da Lerca, frazione del comune di Cogoleto. L’uscita autostradale è quella di Arenzano, si prende poi direzione Cogoleto e quindi la deviazione per Lerca. Nell’abitato si individua una deviazione sulla destra in corrispondenza ad una successione di garage, si prosegue superando la cappella di Sant’Anna ed in fondo al lungo rettilineo proprio sotto un serbatoio dell’acqua si lascia l’auto in un evidente spiazzo. Il sentiero che utilizzeremo è segnalato con un pallino rosso pieno. L’ascesa, decisamente impegnativa, avviene su bellissimo sentiero lastricato che mostra il grosso lavoro costruttivo compiuto per tutelarne la solidita’ verso valle. Ben presto salendo il panorama diventa entusiasmante aprendosi sia verso est in direzione del Genovese ed oltre, sia verso ovest sino a Capo Noli. Giunti quasi a due terzi della percorrenza esistono vari modi per giungere in vetta. Una via cosidetta direttissima decisamente piu’ ripida (indicazione EE) ed un’altra detta diretta che, seppur decisamente impegnativa, compie un giro piu’ ampio e quindi con minor pendenza. Giunti in vetta la fatica è decisamente ricompensata dal panorama amplissimo che si apre davanti ai nostri occhi. In compenso sulla vetta siamo accolti da un vento freddo decisamente robusto che ci costringe ad una rapida vestizione e ad uno spostamento di pochi metri in una piccola incavatura riparata. Da qui ora il percorso attraversa prima una spianata con roccette molto suggestiva poi un tratto con pini dalla caratteristica forma “stirata” sintomo della forza del vento in quel punto ed infine il percorso si apre su una conca prativa decisamente piacevole. Davanti a noi il Monte Beigua con le sue antenne. Giungiamo infine ad un evidente bivio ben segnalato in cui andando dritti ci si dirigerebbe verso il Beigua, invece prendiamo a destra con direzione Passo del Faiallo percorrendo un buon tratto dell’Alta Via. In pratica risaliamo il corso di un torrente per fortuna ora abbastanza povero di acqua sempre in un bel contesto naturale. Scollinata questa semplice dolce ascesa , il paesaggio si apre passando su un pianoro con una toponomastica che ho riportato nella traccia che vi allego. Giungiamo quindi ad una evidente segnaletica che sulla destra ci indica il Monte Argentea. Cominciamo cosi’ a salire in maniera abbastanza dolce giungendo rapidamente al Rifugio posto in posizione estremamente panoramica e poi proseguiamo verso la vetta. Per fare cio’ prendiamo una segnalata deviazione sulla destra che dopo un ultimo strappetto conduce sulla vetta. Anche da qui il panorama è splendido e la vista sull’antistante Monte Rama è davvero suggestiva. Breve pausa per rifocillarsi e poi si riparte. A questo punto esistono varie possibilita’ per scendere. La piu’ immediata sarebbe quella di utilizzare da subito il sentiero indicato con una stella bianca che dalla vetta si getta con qualche passaggio decisamente insidioso verso valle, oppure tornare indietro alla deviazione che ci ha condotto sulla vetta svoltando a destra ed aggirando il tratto piu’ difficile citato prima, ricongiungendosi poi col sentiero stella bianca. Questo è quello che abbiamo fatto. Esiste comunque anche un’altra possibilita’ che prevede di tornare indietro dalla vetta un po’ di piu’ prendendo sulla sinistra la deviazione verso il Rifugio Padre Rino e da li’ poi agganciare il sentiero triangolo rosso che costeggiando il canalone scende a valle.(lo trovate nell’allegata traccia come possibile alternativa). Scendiamo quindi alternando tratti piu’ impervi ad altri piu’ facili, sempre seguendo il simbolo stella bianca abbastanza evidente seppur un po’ scolorito. Magnifico il bosco anche se il sentiero risente a tratti di un certo abbandono. Il sentiero termina sulla strada asfaltata nei pressi della frazione di Campo. Qui si incontra(finalmente) la possibilita’ di approviggionarsi di acqua. Scesi un paio di curve sulla destra si diparte una evidente deviazione che con sentiero molto bello ed attraversando anche un bel ponte in pietra sale la collina riportandoci nella valle di partenza. Il sentiero sbuca sull’asfalto della strada che abbiamo gia’ percorso all’andata in auto e quindi svoltando a destra ripercorriamo a piedi circa 1,5 km del tratto gia’ fatto giungendo cosi prima alla cappella di Sant’Anna e poi alle auto.

 

 

Lunghezza: circa 16.5 km con circa 1400 metri di dislivello complessivo. Segnaletica ben evidente, solo il tratto stella bianca con qualche segno di abbandono.

 

Giudizio: percorso davvero interessante. L’ascesa decisamente impegnativa avviene in un contesto paesaggistico e panoramico di notevole livello. Si ha la conferma che il Massiccio del Beigua sia davvero un comprensorio decisamente vasto e meritevole di essere visitato in ogni sua parte. Decisamente impegnativa anche la discesa. Nel complesso un percorso alla portata di tutti consapevoli comunque che il dislivello è sensibile.

 

Nella traccia che vi allego trovate in rosso il percorso effettuato da noi piu’ l’alternativa che passa dal Riparo Padre Rino: https://app.box.com/s/fiokzw3zxf6eh1nshivj

percorso rama argenteavetta monte ramapini piegati dal ventoserpentinitesull'Alta Viarifugio monte argenteamonte argenteavetta argenteapanorama3verso est dal monte ramapanorama2savona e capo nolipanorama1

 

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